Gli ambienti costieri

Macchia Mediterranea

La macchia mediterranea è una formazione vegetale sempreverde, formata prevalentemente da specie arbustive e arboree. La tradizionale distinzione che si ha della macchia mediterranea è tra macchia alta e macchia bassa. La prima è prevalentemente composta da specie a portamento arboreo quali leccio, sughera, fillirea, corbezzolo, lentisco ed alcune specie di ginepro. La seconda comprende una vegetazione prevalentemente composta da specie a portamento arbustivo, con chiome che non superano i 2-3 metri d’altezza quali il lentisco, l’erica, il corbezzolo, il mirto, l’euforbia arborea, le ginestre, il cisto e il rosmarino. La macchia mediterranea non va confusa con la Gariga dell’ambiente mediterraneo, area occupata da arbusti cespugliosi di altezza inferiore a 50 cm e l’Oleo-ceratonion, noto anche come Climax dell’oleastro e del carrubo, formazione arbustiva composta in gran parte dalle stesse essenze della macchia ma con netta prevalenza di quelle ad habitus xerofitico.

La Macchia mediterranea si caratterizza come un’associazione complessa in cui la vegetazione si stratifica su tre livelli: un livello superiore formato dalle chiome di piante a portamento arboreo, uno intermedio formato dalla vegetazione di piante a portamento arbustivo o cespuglioso e uno basale formato dalla vegetazione erbacea e dai frutici. Questa stratificazione si ottimizza negli equilibri naturali permettendo il massimo grado di sfruttamento della luce incidente sui tre livelli. La macchia mediterranea presenta una struttura complessa la cui composizione risulta variabile alle diverse latitudini, con una diffusione prevalente nelle zone caldo-aride caratterizzate da inverni miti ed estati con scarse precipitazioni. In alcune condizioni si insediano formazioni a macchia caratteristiche che sono classificate come associazioni fitoclimatiche specifiche per le loro peculiarità. Spesso si tratta di forme di transizione verso altre associazioni allo stadio di climax oppure di formazioni vegetali secondarie derivate dall’impatto dell’uomo.

La maggior parte delle zone di macchia mediterranea si sviluppa sui declivi che collegano il mare alle colline: si tratta di terreni prevalentemente rocciosi, con suolo poco profondo e soggetto a un rapido drenaggio, su cui le formazioni vegetali della macchia svolgono una funzione importantissima di difesa del suolo dalla erosione da parte degli agenti atmosferici, assicurando un’efficace regolamentazione idrogeologica. Costituisce un esempio di nicchia ecologica, fornendo nutrimento e riparo a insetti, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi. Le specie più caratteristiche presenti nelle tre aree del Parco Riviera di Ulisse sono: il lentisco, l’erica, il cisto marino, la ginestra, il raro carrubazzo, il legno puzzo (Anagyris foetida) e qualche raro esemplare di terebinto (Pistacia terebinthus). Si tratta di piante particolarmente resistenti all’aridità, al vento e al calore, che superano i periodi sfavorevoli defogliandosi oppure affidando la sopravvivenza della specie ad organi sotterranei. Tra queste la più rara è senza dubbio il malvone delle rupi (Lavatera marittima). Caratteristiche sono le piante bulbose come il rarissimo Latte di gallina d’arabia (Ornithogalum arabicum) e il comune Ornithogalum pyrenaicum. Caratteristica è la presenza dei gladioli (Gladiolus italicus e Gladiolus byzantinus) e dei numerosi agli come l’Allium roseum, l’Allium ampeloprasum, l’Allium sphaerocephalon e l’Allium chamaemoly; quest’ultimo, crescendo appressato al terreno, si rende quasi invisibile. A queste piante perenni si associano anche numerose piante annuali che si disseccano rapidamente al sopraggiungere delle prime giornate calde. Tra queste, particolarmente abbondanti sono la umile Polygala monspeliaca, il Bupleurum baldense, la Plantago bellardi, la Stipa capensis, l’Aira cupaniana e anche diverse leguminose.

Quando il terreno diventa particolarmente inospitale, come sulla roccia madre, allora compaiono altre piante come la rara fumana arabica (Fumana laevipes), la fumana scoparia (Fumana thymifolia) e l’inconfondibile elicriso (Helicrisum litoreum). Non manca, naturalmente, la strame (l’Ampelodesmos mauritanicus) che, caratterizza il paesaggio nei primi mesi autunnali.

La gariga degradata è anche l’ambiente d’elezione di molte Orchidaceae che, grazie alla loro particolare fisiologia, riescono a vivere anche in ambienti poco ospitali. Alcune di esse sono presenti in discreto numero (Serapias lingua e Ophiris bombyliflora), per altre invece si contano pochi esemplari: Serapias cordigera, Anacamptis pyramidalis, Ophirys sphecodes ssp sphecodes, Orchis italica, Spiranthes spiralis; quest’ultima è l’unica orchidacea europea a fioritura autunnale.

Fonte: http://www.parchilazio.it/


Un magnifico esempio della macchia mediterranea: la Riserva Naturale Macchia-foresta del Fiume Irminio

La Riserva Macchia Foresta Fiume Irminio sviluppa i suoi quasi 140 mila ettari fra due centri abitati, Marina di Ragusa e Donnalucata. È stata istituita nel 1985 e include una splendida zona costiera con tratti di falesie che si spingono fino al Mediterraneo. Il fiume Irminio, il più lungo della Provincia, nasce sul Monte Lauro, sugli Iblei, dai quali discende solcando sinuosamente il territorio per 52 km.

Al principio del suo percorso le acque mosse del fiume hanno oggi carattere torrentizio a causa del disboscamento delle coste, anticamente invece il fiume era navigabile, utilizzato per scambi commerciali fra le zone interne e la costa, riuscendo a conservare questa funzione fino all’età medievale. La foce, disboscata, ha dato luogo a un cordone dunale dove si è formata la macchia-foresta della Riserva Macchia Foresta Fiume Irminio e infine l’insabbiamento.

La vegetazione è costituita da erba kali e calcatreppola marittima, con giglio di mare e ravastrello comune, ma anche ginepro coccolone e efedra fragile, spina santa insulare, the siciliano e lentisco. Vi crescono inoltre l’asparago marino e quello spinoso.

Nell’area retrostante la duna si trovano il bellissimo ononide e il fiordaliso delle spiagge. Sulle sponde del fiume incontriamo una vegetazione definita ripariale, formata da alberi a alto fusto, come salici, pioppi e qualche profumato eucalipto. Intorno alla foce si vedono le cannucce di palude, il giunco pungente e le tamerici cantate dai poeti.

Mentre sulle falesie si sviluppano la palma nana e il profumato timo arbustivo.

Martin pescatore

Quanto alla fauna della Riserva Macchia Foresta Fiume Irminio, in questo territorio protetto si distinguono parecchie specie migratorie di provenienza africana che qui possono trovare il proprio habitat favorevole alla sosta: la garzetta e il cormorano, ma anche la nitticora e il cavaliere d’Italia. Dal fiume Irminio si levano anche diverse leggende mitologiche.

Un gruppo di racconti si riferisce in particolare alla figura del dio Mercurio, messaggero degli dei,che qui avrebbe abitato. Plinio il Vecchio, vissuto nel I secolo d.C.,tramanda nel suo Naturali Historia che l’etimologia del termine “Irminio” deriverebbe proprio da “Hermes”, nome greco del dio romano Mercurio.

Nutria

Gli avvicendamenti climatici e geomorfologici relativi alla costa della Riserva Macchia Foresta Fiume Irminio avvenuti intorno all’XI secolo hanno finito per conferirle l’attuale fisionomia. Proprio nell’anno Mille l’intenso disboscamento della zona verso l’interno ha dato origine all’attuale insabbiamento e alla conseguente scomparsa del porto, attivo nel periodo greco-romano, causando anche la successiva configurazione a dune che caratterizza il litorale, con le zone limitrofe ricche di vegetazione e di acquitrini.

Colubro leopardino

La Riserva è stata istituita con Decreto Assessorato Regionale Territorio e Ambiente n.241 del 7 Giugno 1985.  La riserva, interessa l’area posta alla  foce del fiume Irminio, ricade nei territori comunali di Ragusa e Scicli ed ha un’estensione di circa 130 ettari tra area di riserva (zona A) e area di preriserva (zona B).  E’ presente un Centro visite allocato nel Casale che ospita un piccolo Museo Naturalistico.

Il territorio è costituito da una zona costiera che si affaccia sul Mar Mediterraneo con coste sabbiose ma anche con falesie strapiombanti in mare.

Come arrivare alla riserva.

Provenedo da Catania: si percorre la S.S. n.514 sino a Ragusa, si prosegue percorrendo la S.P. n. 25 (Ragusa-Marina di Ragusa) e poi la S.P. n.63 (Marina di Ragusa – Donnalucata).

Da Siracusa: si percorre la S.S. n. 115 sino ad Ispica, si prosegue per Pozzallo e si continua per la litoranea oltrepassando Marina di Modica, Sampieri, Cava d’Aliga, Donnalucata e Playa Grande, si prosegue per Marina di Ragusa

Flora.

La flora è costituita prevalentemente da macchia mediterranea e presenta un campionario piuttosto vasto di vegetazione nella quale si distinguono le seguenti specie: lentisco, calcatreppola marittima, giglio di mare, salsola, ravastrello, efedra, ginepro. spina santa insulare, cannuccia di palude, giunco pungente, tamerice, e molte altre.
Lungo le rive del fiume, avente andamento torrentizio, si possono trovare piante di alto fusto costituenti la foresta di cui al nome della riserva. Le piante più presenti sono il pioppo ed il salice oltre che a qualche eucaliptus. Le piccole falesie degradanti verso il mare sono popolate da agave, palma nana. 

Fauna.

La fauna è costituita, per la maggior parte, da uccelli migratori che usano la riserva come area di sosta durante la migrazione dall’Africa al nord Europa e viceversa. Tra alcune delle specie segnalate: il Martin pescatore, l’Airone cenerino, il Cormorano, la Garzetta, la Marzaiola, la Gallinella d’acqua, la Folaga, il Cavaliere d’Italia, l’Upupa, il Gruccione, la ballerina gialla, la ballerina bianca, la Poiana, il Falco di palude. Sono presenti anche rettili: il Colubro leopardino, il Biacco, la biscia d’acqua, il Ramarro. Tra gli anfibi sono segnalate la Rana verde, il Rospo. Per i mammiferi è presente la Volpe, il Coniglio, la Donnola, la Martora. 


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