Società e cambiamenti

Società: tra Storia e prospettiva

Un futuro incerto

I giovani non si sentono spinti a ’camminare’ da soli

di Adriano Sacripanti*

Con rammarico si assiste ad una generazione di giovani cresciuta nell’abbondanza e nel superfluo che non si sentono spinti a camminare da soli, a rischiare e assumersi le proprie responsabilità. I genitori sempre più spesso tendono a riempire la vita dei figli con comodità di ogni tipo e gli effetti di questo irragionevole comportamento sono evidenziati ad esempio dal fenomeno dei suicidi compiuti da studenti bocciati o che hanno preso un brutto voto, dando prova di una “innaturale gracilità” con cui si arriva ad affrontare la prima esperienza di reale frustrazione. Depressione e suicidi sono una piaga tragica e sottovalutata dalla società: nel mondo occidentale l’aumento delle morti procurate tra i giovani è stato negli ultimi 10 anni del 200%.

La grande paura del nostro tempo è di ritornare poveri e questo timore lo si legge negli occhi di molte persone. Molti genitori si interrogano quale sarà la vita che attende i loro figli. Negli anni passati, specie alla fine della guerra, le cose non andavano così. La miseria per molti era compagna costante, ma si guardava al futuro con fiducia. Il mangiare era scarso, vestendo spesso panni smessi dai fratelli più grandi. Le case erano poco riscaldate per non dire fredde, tant’è che si ricorreva spesso a riscaldare il letto, non erano concessi alcun lusso. La maggior parte delle famiglie non possedeva un’automobile, andare in vacanza era una chimera, riservata a pochi.

Però si era sorretti da una incrollabile speranza in un’esistenza migliore. I genitori con grandi privazioni hanno fatto studiare i loro figli, alcuni persino all’università, ed erano felici di offrire una vita diversa dalla loro. I padri di oggi nella maggior parte dei casi non sono in grado di presagire niente per i loro figli. Si vive alla giornata e non è sbagliato affermare che molti genitori vivono nel presente, con il timore che i figli vadano incontro a una esistenza ben più difficile della loro. L’eventualità di tornare indietro è sempre presente in questo difficile 2020.

I ventenni sono diventati un problema di non poco conto. Vivono senza problemi, ma il pensiero di non poter conservare quel poco che i genitori hanno costruito per loro li spaventa. L’incertezza del futuro riguarda più loro che gli anziani. La paura di vivere, di non trovarsi bene in questo mondo, la incapacità di combattere le difficoltà della vita, spingono molti giovani a rifugiarsi nei paradisi artificiali creati dalle sostanze stupefacenti, un tunnel che spesso porta all’alienazione completa. La grande crisi economica e di valori di questi ultimi anni, acuita dal Coronavirus, ha messo a nudo la fragilità del nostro ’benessere’. I giovani non trovano davvero lavoro o aspirano a un lavoro impossibile da conquistare?

* Presidente provinciale Associazione italiana dei consumatori, Ascoli

L’onda lunga del declino

Un’intervista molto interessante di Umberto Galimberti, filosofo, psicoanalista, sociologo e accademico italiano.